giovedì 25 febbraio 2010

Lavis: niente megacentro commerciale.

E’ di oggi la notizia che il Consiglio provinciale ha approvato, all’unanimità, un emendamento alla legge di riordino urbanistico, proposto dall’assessore al commercio Alessandro Olivi, che sancisce il principio generale di equiparazione, fino all’approvazione della nuova legge sul commercio, dei centri commerciali propriamente intesi con i cosiddetti centri commerciali equiparati e che ha, di fatto, stoppato il progetto del centro commmerciale Le Masere di Lavis.

L’emendamento approvato ha infatti cancellato la distinzione fra le due tipologie di centri commerciali, stabilendo che per entrambe valgano gli attuali limiti sulle metrature dei centri commerciali “classici”, pari a 1500 metri quadrati per i centri abitati con meno di 10 mila abitanti e a 3000 metri quadrati per i centri abitati più grandi.

Un forte ringraziamento va, sicuramente, a chi ha proposto e approvato questa importante modifica normativa, ma anche a tutti quelli che si sono mobilitati per contrastare il progetto del centro commerciale di Lavis e che avevano già ottenuto sul campo un riconoscimento delle proprie argomentazioni, visto che il Servizio Valutazione Impatto Ambientale aveva deciso di effettuare un approfondimento dell’istruttoria tecnica a seguito delle osservazioni presentato dal comitato “Un Centro Commerciale a Lavis? NO GRAZIE!”.

Questo vicenda dimostra che le mobilitazioni, se riferite a problemi reali, sono essenziali per sollecitare la “politica” a rivalutare e, se del caso, rivedere le proprie scelte.

Purtroppo la brutta notizia è che, invece, il centro commerciale “Global Village” è apparentemente “salvo” e che quindi la sua costruzione potrà proseguire senza alcun intoppo.

In questo specifico caso, purtroppo, si deve invece segnalare il fatto che nessuno si sia mobilitato per tempo (quando ancora il progetto era in via di definizione o durante la procedura di valutazione di impatto ambientale), e che le amministrazioni comunali, che si sono succedute nel tempo, non abbiano avuto il coraggio di (o non abbiano voluto) stimolare i cittadini ad intervenire nel dibattito che, purtroppo, si è sempre svolto tra le mura dell’edificio comunale.

lunedì 18 gennaio 2010

Collegamento Rovereto-Alto Garda. E Mori dove è?

I giornali locali di venerdì scorso (L’Adige e Trentino del 15/01/2010) ci informano che le amministrazioni comunali del Basso Sarca (Nago-Torbole rappresentata dal sindaco Civettini, Arco rappresentata dal sindaco Veronesi, e Riva del Garda rappresentata dal vicesindaco Mosaner) si sono incontrate con l’Assessore Provinciale ai Lavori Pubblici Pacher per fare il punto sull’iter progettuale del collegamento viario Rovereto-Alto Garda.

In tale incontro, anticipato dalla stampa prima come incontro pubblico a Nago-Torbole e poi come incontro del neo-sindaco Civettini con l’Assessore Pacher a Trento, sono state illustrate, ai rappresentanti delle tre amministrazioni, le soluzioni progettuali che saranno depositate per la procedura di VIA entro la fine del mese di gennaio.

Dalle fotografie pubblicate e dalla descrizione fatta nell’articolo è evidente che le alternative illustrate sono vere “alternative” solo per il territorio del Basso Sarca, in quanto per l’imbocco del tunnel ad est esiste una sola proposta che si ripete identica in tutte le tre soluzioni progettuali. La soluzione per l’imbocco ad est non potrà che essere quindi quella che prevede l’inizio del Tunnel alla fine della retta di Loppio (in prossimità dell’inizio del biotopo): soluzione che non affronta – ne’ tantomeno risolve – i problemi di vivibilità della frazione di Loppio e non consente di valorizzare, sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista turistico, le risorse ambientali della zona.

Considerato che il collegamento viario è realizzato per un lungo tratto nel territorio del Comune di Mori e che la scelta del tracciato condizionerà pesantemente la vivibilità di un numero considerevole di abitanti del medesimo, non si comprende la mancata presenza all’incontro degli amministratori moriani. Ancora una volta i nostri rappresentanti politici hanno perso l’occasione per far valere le ragioni dei cittadini, nonostante le forti prese di posizione del sindaco apparse sulla stampa locale nello scorso autunno.

Purtroppo le occasioni perse, su questo ed altri importanti temi, sono state molte, a partire dalla mancata capacità di imporre una scelta che tenesse conto delle esigenze del territorio moriano già nella fase di formulazione delle osservazioni al Piano Urbanistico Provinciale (che è stato invece approvato con la previsione di iniziare il collegamento viario in prossimità del lago di Loppio).

A ciò si aggiungano le mancate occasioni di discussione pubblica su questo delicato tema: la prima organizzata dal circolo del Partito Democratico di Mori per il 9 novembre – con la presenza dei responsabili provinciali e di tutte le amministrazioni comunali interessate – e, dopo molti rinvii, mai avvenuta; la seconda, richiesta a gran voce dai comitati locali della “Busa”, e poi sostituita con un incontro “privato” tra Assessore e amministratori locali.

Si confermano i già rilevati problemi di scarsa incisività da parte degli amministratori moriani, oltre che di metodo, che si ripercuotono sulla comunità attraverso scelte che non saranno in grado di rispondere alle esigenze dei nostri concittadini.

martedì 17 novembre 2009

Chiusura del ponte di Ravazzone: “Mori protesta e la provincia paga”

Il quotidiano Trentino del 4 novembre 2009 riferisce, a pagina 28, che “dopo le vibranti proteste del comune di Mori … la Provincia si piega alle esigenze e richieste moriane” decidendo “di farsi carico dei costi non indifferenti per il trasporto pubblico” necessario per limitare i disagi agli abitanti delle frazioni di Molina e Ravazzone.

Come dice il giornalista all’inzio del suo pezzo “Tutto è bene quel che finisce bene”.

Si deve però porre comunque la seguente domanda : perchè i problemi devono sempre essere ”risolti” e non si possono invece ”evitare” analizzando per tempo le conseguenze di determinate azioni, anche e soprattutto in sede locale, senza subire sempre in modo passivo gli eventi e aspettare l’ultimo giorno (o, come in questo caso, quello dopo) per affrontare le problematiche e risolverle?

A questo proposito confermo quanto ho già affermato in un mio precedente intervento (Grandi opere pubbliche .. : un’opportunità per il territorio?) evidenziando ancora che la parola Autonomia, giustamente piena di significato a livello provinciale, a livello locale fa fatica ad imporsi e alla fine è normale delegare al livello amministrativo superiore la risoluzione di tutti i problemi.

lunedì 2 novembre 2009

Il nostro gruppo facebook sul giornale “Il Trentino”

Lanciato un gruppo su facebook per chiudere la statale Rivana

Trentino — 25 ottobre 2009 pagina 32

MORI. Il progetto di nuovo collegamento tra Mori e il Garda ha due pecche anche per l’ingegner Guido Benedetti: non risolve il problema di Loppio, ignorandolo completamente; non prevede un collegamento della nuova viabilità in progetto con Nago, con ciò rendendo inevitabile il mantenimento dell’attuale statale. Che a suo parere invece, andrebbe senz’altro soppressa. Il vantaggio sarebbe liberare da qualsiasi traffico il biotopo del lago, facendone un corridoio ecologico tra il Baldo e lo Stivo. Invita tutti coloro che la pensano come lui ad iscriversi al gruppo facebook: Realizziamo il collegamento ecologico Rovereto-Altogarda.





lunedì 26 ottobre 2009

Ancora su “Realizziamo il collegamento ecologico Rovereto-Alto Garda”

Dopo le rassicurazioni che il Presidente Dellai aveva fornito al senatore Molinari, sindaco di Riva del Garda, il 18 luglio u.s., adesso anche l’assessore Pacher conferma che entro l’anno il progetto del collegamento “Rovereto-Riva” sarà sottoposto alla Valutazione di impatto ambientale e che verrà avviato un confronto con le amministrazioni dell’Alto Garda (compresa quella di Nago Torbole che sarà rinnovata a novembre) per una valutazione preventiva delle ipotesi proposte.

Anche questa volta, purtroppo, sembra che le amministrazioni considerate come interlocutrici per una valutazione del progetto, siano solo quelle dell’Alto Garda escludendo di fatto quella di Mori, paese che non trae evidenti benefici da questo progetto ma che è collocato sull’asse Rovereto-Riva e sul cui territorio transita tutto il traffico leggero e pesante diretto in quella zona.

Come ho avuto già occasione di scrivere, il collegamento Rovereto-Alto Garda – opera richiesta ormai da anni ma sempre procrastinata per i più svariati motivi – rappresenta un intervento infrastrutturale di grande impatto economico che, oltre al principale scopo di migliorare il collegamento viabilistico con il Basso Sarca, potrebbe anche fornire l’occasione per:

  1. migliorare la sicurezza stradale nell’intero tratto da Mori Ovest all’Alto Garda e la vivibilità delle zone abitate attraversate (la SS240 è infatti una delle prime 5 strade del Trentino per volume di traffico, con un passaggio medio di circa 18.000 veicoli al giorno e punte di 22.000 nei fine settimana estivi);
  2. valorizzare, sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista turistico, risorse ambientali (p.e. il biotopo del Lago di Loppio) che in questo momento sono soffocate dal traffico diretto verso l’importante zona turistica ed economica del Lago di Garda.

Con riferimento diretto al territorio del Comune di Mori, invece, la Provincia autonoma di Trento, in risposta ad alcune interrogazioni, aveva già dichiarato che “Lo studio predisposto non prevede soluzioni diverse per l’imbocco del tunnel di monte previsto all’inizio del lago di Loppio. Potranno eventualmente essere studiate ed integrate soluzioni diverse per by-passare anche l’abitato di Loppio nel corso della procedura di valutazione di impatto ambientale ove se ne ravvisi l’opportunità in relazione al rapporto costi-benefici”.

In sintesi l’attuale progetto preliminare che sarà presentato alla procedura di VIA, rappresentato in modo sinottico anche sui giornali locali del 22 ottobre 2009, prevede la realizzazione di un tunnel a doppia canna con imbocco nei pressi di “Castel Verde” (in corrispondenza del curvone alla fine della retta di Loppio) e un’unica uscita localizzata nella piana a monte di Torbole.

Alla luce del precedente punto 1. è evidente che le soluzioni viabilistiche che saranno presentate alla VIA non affrontano in modo organico il problema del collegamento “Rovereto-Riva” nel suo complesso in quanto considerano solo in modo marginale il tratto Mori Ovest – Loppio Ovest che sarà oggetto prossimamente di un intervento molto limitato (una rotatoria in corrispondenza con l’innesto della Strada Provinciale della Valle di Gresta e il costruendo Parco dei Sapori) e non risolutivo degli annosi problemi di sicurezza e inquinamento acustico nella frazione di Loppio.

Con riferimento invece al punto 2. è altrettanto evidente che la mancata realizzazione di un’uscita del tunnel nei pressi di Nago renderà assai improbabile che, chi deve recarsi a Rovereto, voglia scendere fino all’imbocco della galleria e, di conseguenza, è molto probabile che il tracciato storico della SS240 debba essere mantenuto aperto. Tale conseguenza porrà un forte limite alla valorizzazione ambientale e turistica del biotopo del Lago di Loppio le cui rive, al contrario, potrebbero essere completamente interdette al traffico veicolare consentendo, in questo modo, il suo recupero ambientale completo, con la creazione di un corridoio ecologico tra le pendici del gruppo del Baldo e quelle del monte Stivo, e una sua fruizione turistica a bassa pressione antropica.

L’amministrazione comunale di Mori che, in passato, aveva timidamente avanzato l’idea di anticipare l’ingresso del nuovo tunnel a doppia canna nella zona di Sant’Antonio (circa 1 km dopo l’uscita delle gallerie di Mori), ma che non ha mai insistito con la necessaria determinazione su questa ipotesi (forse per non rallentare l’iter autorizzativo del progetto e il successivo inizio dei lavori tanto richiesto dalle amministrazioni della “Busa”), è recentemente intervenuta nel dibattito, per voce del proprio sindaco, sollecitando l’amministrazione provinciale affinché, contestualmente alla proposta di collegamento con “La Busa”, risolva anche la problematica del paese di Loppio.

Nel condividere questa – spero non tardiva – presa di posizione, colgo l’occasione per ribadire la necessità di richiedere alla Provincia un ripensamento sulla soluzione progettuale, in modo da poter convogliare le risorse su quella maggiormente in grado di coniugare la necessità di velocizzare al massimo l’iter di approvazione del progetto finale con l’esigenza di dare risposta alle problematiche presenti sul territorio del comune di Mori (in particolare alla zona del paese di Loppio) e di recuperare in modo completo, dal punto di vista ambientale, il biotopo del Lago di Loppio.

Al fine di dare maggior forza a questa richiesta invito tutti coloro i quali condividono l’idea di risolvere, assieme ai problemi delle amministrazioni dell’Alto Garda, anche le problematiche relative al territorio di Mori nonché quella di recuperare in modo completo, dal punto di vista ambientale, il biotopo del Lago di Loppio ad iscriversi al gruppo facebook REALIZZIAMO IL COLLEGAMENTO ECOLOGICO ROVERETO-ALTOGARDA.